ho trovato questa dedica tratta dal libro di una certa Giordana Ruzzolini.....credo vi interessi leggerla
08/06/2007
Uscita di emergenza: Ligabue
Una storia d'amore che va oltre un concerto, un cantante, dei fans e un business
di Giordana Ruzzolini
Tempo fa avevo scritto una storia dal titolo "Ligabue e le Ragazze del Borgo", una storia che parlava del Liga giù dal palco e di noi che sotto quel palco ci siamo ad ogni data a guardare il nostro sole in faccia.
Vi sarete chiesti: "Ma che storia è Ligabue e le Ragazze del Borgo"? E' una storia d’amore. Perché solo amore si può definire quella strana energia che si crea quando c'è lui intorno, quando 180mila persone in un 10 settembre caldo come pochi riescono a sentire un solo cuore che batte all'unisono.
Allora oggi ho deciso di spiegarvela, questa storia d’amore. Una storia che va oltre un concerto, un cantante, dei fans, un business.
Ognuno di noi ha una storia con lui. Ognuno di noi ha un perché dentro il cuore che parla di lui. Luciano è lo specchio, noi quelli che abbiamo bisogno di riconoscerci. Questo grande uomo che sembra un capo indiano si siede al centro del palco e racconta le sue storie con tutti gli annessi e connessi. Uno che non dà consigli perché lo sa bene che "a sbagliare sono bravissimo da me", uno che crede nei sogni e che dopo averli realizzati ha deciso di regalarli in giro. Anche io nel mio cuore ho un perché che parla di lui. Luciano è uno che ai cuori degli altri ci sta attaccato comodo e ci resta a lungo.
Ho girato una vita fuori e dentro di me, per ritrovarmi credo, per capire cosa ci stavo a fare in questo mondo qui. Lo specchio no, quello non lo guardavo mai. Una sbirciatina ogni tanto ci sta pure, ma guardarci fisso dentro, quello no, sarebbe stato un rischio. Il Liga però non mi molla: continua a sbatterlo in faccia, quello specchio lì. Alla fine ci guardo dentro, ci vedo me. Quella che non sapevo di essere. Ci vedo il mio cuore che avevo nascosto bene. Il mio cuore ridotto male, fatto a pezzi, cancellato, frantumato. Luciano però mi fa coraggio e continua a gridare "di svegliarsi coi sogni mezzi aperti, meglio se di rock'n'roll", continua a gridare che "chi smette di sperare inizia un po' a morire" continua a dire "che l'amore conta e bisogna vivere giorno per giorno, sempre ballando, non prendere mai questa vita né poco né troppo sul serio".
Il mio cuore sussulta, a me viene la voglia di riprendermi cura di questo cuore che ha voglia di ridere, di vivere, di saltare al ritmo della vita.
Luciano diventa la mia uscita di emergenza. Chilometri di asfalto per vederlo allargare le braccia, poi arrivano le domeniche quelle di fine tour, quelle che si passano al Borgo, in Emilia dove esiste solo il sole anche quando c'è la nebbia. Con Luciano ho parlato più volte, più volte mi ha ascoltato, sorriso, abbracciato pur avendo altro da fare. Luciano Ligabue è uno che sa amare e l'amore chiama amore. Ho iniziato a parlare d’amore, ho dato voce al cuore, forma ai sogni macchiando fogli di carta con l’inchiostro della mia penna. Lui a tenuto le “lettere d’amore nel frigo” e mentre le conservava io ho fatto "a pugni col cuore".
Dall’incontro di boxe è venuto fuori "A Pugni col Cuore", il mio libro (se così vogliamo chiamarlo) che poteva essere dedicato solo ad una persona: a Luciano Ligabue, "la prolunga tra me ed il mio cuore, la mia uscita di emergenza".
Grazie, Luciano: comunque vada, comunque vada, "sempre sulla tua strada".